Luogo: Viale delle Medaglie d’Oro, 67100 L’Aquila (AQ)
Autore: RPBW Renzo Piano Building Workshop (Renzo Piano, Paolo Colonna); Atelier Traldi (Alessandro Traldi)
Cronologia: 2009 | 2012
Itinerario: Architetture per la collettività
Uso: Auditorium, Spazio Culturale temporaneo
Il sisma del 6 aprile 2009, che ha colpito duramente la città de L’Aquila, ha comportato, tra l’altro, la perdita del suo storico Auditorium del Castello, uno dei cardini della sua realtà culturale. La ricostruzione, mossa con lo spirito di dare priorità agli edifici residenziali, ha tuttavia operato anche per tutelare l’aspetto identitario della città. Su suggerimento del Maestro Claudio Abbado, in un punto che fa da ponte fra la Fontana Luminosa e il Castello, ovvero tra la città storica e quella moderna, viene allora progettata da Renzo Piano una struttura temporanea, in grado di poter assumere un ruolo centrale nel sentimento civico della collettività nel difficile periodo della ricostruzione.
L’edificio si presenta come una composizione di tre cubi, autonomi ma interconnessi da corridoi vetrati, e orientati secondo differenti giaciture. I tre volumi sono rivestiti in listelli orizzontali in legno, secondo un pattern che accosta ai colori naturali richiami cromatici dalle tonalità delicate. La scelta del legno è legata da un lato al breve ciclo di vita destinato all’opera, dall’altro alla natura antisismica a cui tale materiale si presta.
Il volume di accesso all’auditorium ospita, integrandole tra loro, la funzione di accoglienza e di ristoro per gli spettatori. Da questo, un corridoio interamente vetrato supera lo spazio che lo separa dal corpo principale, destinato alla sala da concerti vera e propria. Il terzo volume, dal lato opposto rispetto al primo, accoglie invece le sale di servizio per gli artisti.
Il volume principale, anch’esso di forma cubica, è inclinato di 30° rispetto alla propria verticale e dunque risulta dall’esterno come parzialmente interrato. Tale rotazione in realtà gli consente di accogliere l’inclinazione della platea, composta da 238 sedie da regista disposte in file parallele, che rimarcano quello spirito di temporaneità che caratterizza l’intervento. L’interno gioca sul contrasto tra il monocromatismo del colore rosso, adoperato oltre che nei tessuti delle sedie anche per la pittura delle pareti perimetrali della sala, e il colore naturale del legno di abete, con cui sono realizzati il palco per 40 orchestrali e i pannelli acustici disposti secondo giaciture apparentemente libere, ma in realtà frutto di accurati studi sulla riflessione e la rifrazione del suono.
Una doppia fila di sedie è disposta sul lato opposto della platea, determinando una parziale centralità del palco. Ciò consente, quando necessario, la possibilità di predisporre delle performance a carattere maggiormente immersivo, in grado di istituire un rapporto più intimo tra gli artisti e l’uditorio.