Luogo: Torino, via Gaudenzio Ferrari
Autore: Roberto Gabetti, Aimaro Isola
Cronologia: 1953 | 1956
Itinerario: Costruire case, fare città
Uso: Residenza e negozio
Con questo elegante intervento i giovani Roberto Gabetti e Aimaro Isola si inseriscono con raffinata sensibilità nel delicato contesto storico di Torino – a pochi passi dalla Mole Antonelliana – facendo nascere, a metà degli anni Cinquanta, un acceso dibattito nella cultura architettonica italiana sul carattere “neoliberty” di questo edificio e sulla presunta rottura con la “tradizione” del Movimento Moderno e del Razionalismo.
L’edificio, commissionato dal libraio Angelo Barrera su un lotto bombardato intercluso, prevede ai piani bassi – interrato, seminterrato, rialzato, primo e secondo – una libreria antiquaria, mentre in quelli superiori – dal secondo al quinto livello – si trovano gli alloggi per il proprietario.
La facciata su strada, scandita in fasce da un ritmo verticale molto serrato e non modulare, mantiene l’allineamento stradale, si adatta all’altezza degli edifici adiacenti e riprende i materiali del contesto urbano – laterizio, pietra – reinterpretando lo schema di un edificio classicamente tripartito in basamento in pietra, “corpo” e coronamento. Le fasce esterne della facciata ospitano rispettivamente l’ingresso alla Bottega e quello alla residenza, quest’ultimo affiancato alla rampa che conduce al magazzino interrato.
La parte centrale del prospetto su strada alterna fasce piene rivestite in laterizio a faccia vista a fasce di finestre a tutt’altezza con parapetti in pietra.
L’attacco a terra dell’edificio è caratterizzato da una fascia orizzontale continua in pietra di Luserna su cui si innestano le fasce in laterizio, intervallata da finestre a ziggurat che aerano il piano seminterrato. Queste finestre sono protette da una griglia in ferro che “rigira” sul piano di calpestio del marciapiede.