Luogo: Campobasso, Contrada San Giovanni dei Gelsi, 130
Autore: Anastasio Di Virgilio
Cronologia: 1983 | 1990
Itinerario: L’architettura contemporanea nel paesaggio
Uso: Villa unifamiliare
La casa-studio dell’architetto Di Virgilio sorge in una zona periferica della città di Campobasso e colpisce per il suo singolare aspetto esteriore, decisamente innovativo rispetto alle abitazioni circostanti, realizzate secondo i canoni tipici dell’edilizia tradizionale locale.
Infatti, la costruzione è composta da tre cilindri contigui e comunicanti, di diversa lunghezza e dimensioni, tra loro sfalsati in senso longitudinale e posti a quote differenti in senso verticale; il prospetto dell’edificio rivolto verso valle è caratterizzato dal forte aggetto e dal taglio obliquo di alcuni cilindri, che conferiscono all’insieme un particolare effetto scenico.
L’uso dei materiali di finitura esterni dell’edificio, l’organizzazione funzionale dei percorsi e un accurato studio della sistemazione a giardino del lotto hanno consentito una buona mimesi del fabbricato all’interno del contesto paesaggistico circostante, nonostante l’insolita tipologia edilizia.
I cilindri che compongono l’edificio, da un punto di vista tecnologico, sono suddivisi in due parti distinte: quella inferiore è realizzata con una parete centinata e un setto centrale in cemento armato, sui quali poggia il solaio di interpiano, mentre la parte superiore è realizzata con una struttura voltata in acciaio, che costituisce l’ossatura portante di un complesso sistema di pannellature, tale da assicurare all’edificio l’impermeabilizzazione e l’isolamento termico degli ambienti.
La finitura esterna della parte superiore dei cilindri è realizzata mediante l’utilizzo di appositi pannelli di guaina ardesiata.
L’edificio rappresenta il prototipo di un progetto sperimentale, sia nella forma che nell’uso dei materiali, finalizzato a una eventuale realizzazione in larga scala, attraverso la prefabbricazione, di una simile tipologia edilizia. Perciò questo edificio ha rappresentato per il progettista una sorta di “modello in scala 1:1” che ha permesso di verificare e risolvere tutte le problematiche connesse alla realizzazione.
All’interno l’edificio è inondato dalla luce che penetra sia dalle ampie vetrate dei prospetti, che da una serie di finestre ad oblo posizionate lungo i fianchi dei cilindri. Un sapiente gioco di geometrie e di rampe interne permette di raccordare i tre cilindri in modo da avere a disposizione una serie di ambienti utilizzabili per quasi tutta la loro estensione, nonostante le pareti curve al contorno.
Alla complessità dei materiali utilizzati per la costruzione delle pareti esterne dell’edificio, si contrappone all’interno l’uso di pochi materiali utilizzati per la realizzazione, in tutti gli ambienti, della pavimentazione e della finitura delle pareti; questa soluzione progettuale permette di restituire all’abitazione una immagine complessiva alquanto omogenea ed elegante.
Nella zona a valle dell’edificio, nella parte sottostante i cilindri, è stato ricavato un ambiente destinato a taverna. Rispetto agli ambienti del piano superiore, qui molti elementi tipici delle taverne sono stati realizzati secondo un preciso disegno del progettista, come il camino e la zona della cucina.