Luogo: Pieve di Bono (TN), frazione di Cimego, SS237
Autore: Gio Ponti, Antonio Fornaroli, Alberto Rosselli
Cronologia: 1926 (primo progetto); 1954 | 1961
Itinerario: Un paese industrioso
Uso: Centrale idroelettrica
Progettato da Gio Ponti nel 1954, l’edificio è il secondo, in ordine di tempo, dei due impianti idroelettrici disegnati dall’architetto milanese. L’opera si inserisce in un più vasto complesso – pianificato a partire dal 1926 e realizzato a partire dal 1950 – di cui fanno parte anche le residenze per i lavoratori e la possente diga. L’architettura di Ponti si colloca in una straordinaria cornice naturale, richiamando nel profilo aguzzo della copertura gli stilemi tipici dell’architettura montana, ma senza accenni di mimetismo.
La copertura della centrale presenta due falde asimmetriche, ripiegate in parte sul piano verticale, rivestite in lamiera metallica. L’uso dei telai strutturali in cemento armato permette di svuotare completamente la parte bassa dell’edificio, ottenendo un effetto di sospensione del piano di copertura, staccato dal suolo attraverso una superficie vetrata.
Anche la testata dell’edificio è completamente vetrata, e permette di rileggere il profilo dei telai in calcestruzzo armato che sorreggono la struttura, anticipando all’esterno la qualità dello spazio interno a navata unica.
Il contrasto tra la presenza della natura e le pareti astratte degli edifici qualifica anche gli annessi al corpo principale della centrale.
Sul lato nord-orientale della facciata la copertura in lamiera si interrompe per lasciare spazio a una serie di sottili lucernari, concepiti come tagli nel piano di copertura, che convogliano all’interno la luce delle prime ore del mattino.