Chiesa di Santa Maria Assunta

Luogo: Riola (BO), Piazza Alvar Aalto, 1

Autore: Alvar Aalto, Elsa Kaisa (Elissa) Mäkiniemi Aalto

Cronologia: 1966 | 1980

Itinerari: Architetture per la collettività

Uso: chiesa e centro parrocchiale

Punto di convergenza della personale ricerca sull’architettura sacra condotta da Alvar Aalto, la chiesta di Riola nasce dall’incontro tra il maestro finlandese e il cardinale Giacomo Lercaro, nel contesto storico-culturale di grande fermento che seguì il Concilio Vaticano II.

La chiesa, dedicata a Santa Maria Assunta, sorge presso la piccolissima frazione di Riola, nel comune bolognese di Vergato, nelle immediate vicinanze del fiume Reno. Essa fa parte di un complesso parrocchiale interamente progettato da Aalto, che comprende anche un ampio sagrato, la torre campanaria, la sagrestia e la casa canonica.

La composizione è impostata sul tema della ripetizione degli elementi: delle lame sfalsate in cemento armato compongono la torre campanaria sormontata da una piccola croce; il fronte principale della chiesa affida la sua figura iconica al profilo rampante di quattro onde stilizzate che si allungano in un ventaglio in cui i rispettivi sormonti ospitano vetrate continue, che permettono un’illuminazione naturale e uniforme dell’aula liturgica.

Lo spazio interno è organizzato in un’unica navata asimmetrica, interamente intonacata di bianco. La luce zenitale dei lunghi lucernari scivola sulle pareti curve, andando a concentrarsi nell’area presbiteriale, dove sono collocati l’altare, l’ambone, la croce, la sede e la custodia eucaristica.

Nella sala i grandi telai strutturali a vista, l’uso dei lucernari, il portone di ingresso e la modularità della concezione tettonica sembrano parlare una grammatica derivante dalle architetture produttive, così comuni nel paesaggio padano.

I materiali impiegati lavorano per contrasto con il candido bianco delle pareti interne. L’area assembleare è pavimentata in piastrelle di cotto toscano, mentre la zona presbiteriale è rivestita a terra con tessere di mosaico, sulle quali sono posati i poli liturgici realizzati in marmo bianco con venature grigie. All’esterno, dominano il cemento a faccia vista della torre campanaria, le lastre di pietra arenaria del rivestimento della facciata, il rame in fogli delle coperture.

Dall’aula assembleare si raggiunge lo spazio dedicato al battistero, illuminato da un lucernario zenitale e da ampie finestre che si aprono sul panorama del Reno, quasi a voler ricostruire il rapporto primigenio tra l’acqua del fiume e l’acqua santa della fonte battesimale.

L’area del coro è collocata in posizione laterale e leggermente sopraelevata rispetto a quella dell’assemblea dei fedeli, ma con essa intrattiene un intimo legame, dilatando lo spazio nella direzione trasversale a quella liturgica.

Una pensilina in acciaio e legno connette il corpo della chiesa a quello degli annessi parrocchiali della sagrestia e della canonica, assicurando un percorso protetto che conduce ad un accesso di servizio.

La vista del complesso dal fiume rivela il gioco volumetrico della composizione che il fronte principale, nella figura completamente bidimensionale della sua facciata, nasconde agli occhi dei fedeli. Osservata da qui, la chiesa sembra emergere come uno sperone di roccia calcarea direttamente dalla superficie della terra, offrendosi ad un dialogo più serrato con il proprio panorama.

Testo Fabio Balducci
Foto di Altrospazio