Luogo: Roma, Piazza dei Cinquecento
Autore: Leo Calini, Massimo Castellazzi, Vasco Fadigati, Eugenio Montuori, Achille Pintonello, Annibale Vitellozzi
Cronologia: 1947 | 1950
Itinerari: Architetture per la collettività
Uso: Stazione
Nel 1947 viene bandito un concorso per la progettazione del fabbricato frontale della stazione Termini, per chiudere i corpi di fabbrica laterali e le pensiline, già realizzati prima della guerra secondo il progetto dell’architetto Angiolo Mazzoni. Il concorso fu vinto ex-aequo dai gruppi formati da Montuori e Calini e da Vitellozzi, Castellazzi, Fadigati e Pintonello, che nel 1948 redassero insieme il progetto definitivo. Questo si compone di quattro parti distinte, ognuna delle quali svolge una funzione specifica ed ha una propria articolazione formale: la pensilina, l’atrio, il fabbricato viaggiatori e la galleria.
Provenendo dalla piazza dei Cinquecento il primo elemento che si incontra è una grande pensilina, che si protende oltre il volume vetrato delle biglietterie fino a coprire la corsia per la fermata dei veicoli.
Entrando all’interno del volume vetrato, lo spazio dell’atrio è definito dalla trama e dalla forma delle nervature in cemento armato del suo tetto, che si alternano alle asole di vetro che accolgono gli impianti di illuminazione artificiale.
Le nervature del tetto si piegano in corrispondenza delle scale che conducono ai livelli inferiori, dilatando ulteriormente questo grande spazio pubblico, la cui altezza oscilla da 13,5 a 9,8 metri.
L’andamento di queste nervature, il loro essere rivestite di mosaico bianco e le pareti vetrate che delimitano l’atrio, rendono questo spazio molto luminoso e in forte relazione con la piazza antistante.
Le asole di vetro del tetto dell’atrio e le nervature formano un ritmo A-B-A-C, in cui fasce strette si alternano a campiture più ampie, che giacciono su un piano più arretrato.
Le nervature della copertura dell’atrio corrispondono a uno schema strutturale composto da una pensilina e da una trave a ginocchio. Sono lunghe 53 metri e si protendono oltre la fila di 33 pilastri a fuso che, con un interasse di 4 metri, definiscono il fronte sbalzando di 19 metri.
Il fabbricato che ospita i servizi per il pubblico, i negozi al pian terreno e gli uffici agli altri piani è un parallelepipedo lungo 232 metri e alto 27,90, che fronteggia tutta la piazza. La sua facciata è definita da sottili finestre a nastro (di cui la Stazione rappresenta una delle prime applicazioni romane), due per ogni piano, che si alternano a lastre di travertino. In questo modo il fronte assume un aspetto monolitico e astratto.
Oltre il fabbricato frontale, una galleria di testa, aperta sia verso via Marsala che verso via Giolitti, forma un grande passaggio urbano e dà accesso ai binari.
La galleria è uno spazio alto 14 metri e largo 22, coperto da sottili travi metalliche che da una parte si appoggiano sul blocco degli uffici, dall’altro sui pilastri terminali delle pensiline dei treni.