Il dettaglio e la superficie

La sperimentazione tecnologica e linguistica, uno dei caratteri ricorrenti dell’architettura del secondo Novecento, trova in Carlo Scarpa uno dei protagonisti di maggior rilievo.

Tale aspetto lo porta a distanziarsi dalla maggior parte dei suoi contemporanei, attraverso il rifiuto dell’omologazione, della regola, del ritorno a un “ordine”, o a uno “stile”.

Interpretando in modo originale i suoi riferimenti culturali, che vanno da Palladio a Frank Lloyd Wright, Scarpa propone nuove logiche compositive per l’architettura, tratta i volumi montandoli e giustapponendoli, articolando strutture, funzioni, dettagli sempre intorno a un nucleo, fisico o concettuale, di grande forza.

Scarpa applica la sua “vocazione trasgressiva” a un’attività progettuale che spazia dal design, agli allestimenti museali e alle architetture d’interni, dalle opere di restauro, ai progetti di nuove costruzioni. Ma sono proprio gli allestimenti, l’intervento sulle architetture storiche e il design degli arredi a caratterizzare in particolare la sua opera.

Lo studio attento dei materiali costruttivi, la formazione all’Accademia di Venezia che lo conduce a un’attenzione al dettaglio sovrabbondante e felice, sono parti di una ricerca sul tema del frammento che unisce raffinatezza e qualità, anche nella composizione dello spazio architettonico.

  1. Sistemazione museale di Palazzo Abatellis a Galleria nazionale di Sicilia, Palermo, Carlo Scarpa, 1953-54
  2. Ampliamento della Gipsoteca Canoviana, Possagno (TV), Carlo Scarpa, 1955-57
  3. Restauro e allestimento del museo di Castelvecchio, Verona, Carlo Scarpa, 1956 e segg.
  4. Chiesa del villaggio ENI di Corte di Cadore (BL), Edoardo Gellner, Carlo Scarpa, 1959
  5. Sistemazione del piano terra e del cortile della Fondazione Querini Stampalia, Venezia, Carlo Scarpa, 1961-63
  6. Negozio Gavina, via Altabella, Bologna, Carlo Scarpa, 1961-63
  7. Tomba monumentale Brion, San Vito d’Altivole (TV), Carlo Scarpa; Carlo Maschietto, Guido Pietropoli (collaboratori), 1969 e segg.
  8. Casa Ottolenghi, Bardolino (VR), Carlo Scarpa; Giuseppe Tommasi, Carlo Maschietto, Guido Pietropoli (collaboratori), 1974 e segg.
Testo Alessandra Marin