Direzione Generale RAI

Luogo: Roma, Viale Giuseppe Mazzini, 14

Autore: Francesco Berarducci, Alessandro Fioroni; Maria Teresa Parpagliolo (verde); Gino Marotta, Federico Bernardo Brook, Vico Consorti, Luigi Gheno, Emilio Greco, Giacomo Manzù, Francesco Messina, Luciano Minguzzi, Guido Polloni (artisti)

Cronologia: 1961 | 1965
Itinerario: Nuove architetture per la nuova società

Uso: edificio per uffici

L’edificio della Direzione Generale della RAI in Viale Mazzini a Roma, è stato progettato da Francesco Berarducci e Alessandro Fioroni, con il contributo di Maria Teresa Parpagliolo per il giardino ed è stato realizzato tra il 1961 e il 1965, in un periodo di grande fermento culturale e di ricostruzione post-bellica, caratterizzato da una rapida crescita economica e da significativi cambiamenti sociali e culturali, da un forte sviluppo delle infrastrutture e delle comunicazioni, con la televisione che diventava un mezzo di comunicazione di massa sempre più influente. La RAI, come emittente pubblica, ha giocato un ruolo cruciale in questa trasformazione, contribuendo alla diffusione della cultura e dell’informazione in tutto il paese.

L’architettura all’avanguardia dell’edificio con il suo design funzionale e innovativo vuole essere simbolo del progresso dell’epoca.

L’edificio è composto dai quattro corpi di fabbrica separati e collegati tra loro da passaggi vetrati che disegnano una grande “R” nella disposizione planimetrica. La struttura portante è in ferro con un telaio strutturale a passo variabile, con luci inferiori ai piani intermedi e maggiori al piano terra e all’ultimo.

La facciata leggera e continua è costituita da grandi lastre in vetro con un ritmo A-A-B-A-A che scandisce l’intero prospetto e mette in comunicazione diretta interni ed esterni. Le pareti cieche sono invece rivestite in pannelli di acciaio smaltato rosso e la copertura in pannelli di rame.

Il piano terra è costituito da una grande piastra rettangolare che si sviluppa intorno a un cortile centrale con un piccolo bacino d’acqua e alcuni elementi che richiamano l’estetica e la filosofia dei giardini giapponesi. Si notano infatti l’armonia, la semplicità, la tranquillità e la contemplazione della natura, caratteristiche tipiche dei giardini giapponesi.

Nello spazio di ingresso è collocata la celebre statua equestre dell’artista siciliano Francesco Messina, commissionata nel 1964 e inaugurata nel 1966, La scultura è imponente, in bronzo, alta circa cinque metri e rappresenta un cavallo morente, testimonianza di lotta e resistenza, che nel corso del tempo è diventato il simbolo della stessa RAI.

Le sistemazioni esterne e l’allestimento degli interni rispecchiano la volontà di integrare arte e natura nel contesto tecnologico dell’azienda e dell’architettura.

L’edificio, nonostante abbia un linguaggio, una volumetria e una destinazione d’uso molto diversi rispetto a quella dei circostanti edifici residenziali del quartiere delle Vittorie riesce ad integrarsi perfettamente nel tessuto urbano.

Foto di Paolo Lindozzi
Testo di Marina Lo Re