Luogo:
Autore: Laura Montani, Alessandro Bringhen (Comunità Montana Walser), Guido Callegari, Liliana Bazzanella, Alessandro Mazzotta, Mario Sassone, Elena Tamagno (Politecnico di Torino); Massimo Ronco (Politecnico di Torino), Germana Maida (Ufficio tecnico del Comune di Gressoney-Saint-Jean)
Cronologia: 2008 | 2014
Uso: rifugio alpino
Il rifugio si trova nel comprensorio sciistico di Gressoney Saint Jean sulle sponde di un piccolo lato artificiale. È intitolato a Carlo Mollino in quanto la piccola costruzione realizzata tra il 2008 e il 2014 si ispira ad un progetto del 1954 ideato da Mollino in occasione della X Triennale di Milano come manifesto della sperimentazione di materiali e tecniche costruttive innovative. L’originario progetto di quella che Mollino aveva chiamato Casa Capriata è stato studiato e riproposto da un gruppo di ricerca del Dipartimento di Progettazione architettonica e di Disegno Industriale del politecnico di Torino, assieme al Comune di Gressoney Saint Jean e con la partecipazione dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Torino e la Fondazione OAT.
Il progetto di Carlo Mollino e gli studi sulla capriata presentati alla Triennale si rifacevano a suoi precedenti studi che indagavano le peculiarità espressive della capriata, tendo anche conto degli aspetti costruttivi e delle possibilità di industrializzazione e riproducibilità in serie del sistema. Si possono ricordare il centro sportivo quota 2006, la Villa Dusio a Sauze d’Oulx, la Villa Carando a Sauze d’Oulx e il Progetto Casa di Montagna ConcorsoVetroflex‐Domus. Il sistema costruttivo è basato su tre capiate con spessore minimo che divengono contemporaneamente tetto e pareti: il tetto è l’edificio stesso, il suo involucro.
La particolarità del rifugio sta anche nel suo sollevamento da terra, che si ispira direttamente alle costruzioni agricole della vallata, i rascard, che fin da tempi antichi venivano realizzati su pali o palafitte, evitando il contatto diretto con il terreno per proteggere dall’umidità di risalita e da eventuali roditori i prodotti agricoli conservati all’interno delle costruzioni. Il sistema previsto prevede un appoggio su tre punti con una struttura integrata in cemento armato, acciaio e legno lamellare.
La destinazione d’uso nell’idea originaria di Mollino era residenziale, ma nel nuovo progetto di rivisitazione della sua idea il rifugio è stato adibito a punto di ristoro e accoglienza per i visitatori che percorrono il lungo sentiero Walserweg.
La distribuzione interna è stata mantenuta su tre livelli. Gli interni sono prevalentemente in legno, rispettando la vocazione del luogo e garantendo elevati standard di ecocompatibilità.
L’edificio mantiene in chiave contemporanea lo spirito originale di sperimentazione nell’uso di tecniche e materiali innovativi, anche in riferimento al tema dell’efficienza energetica.