Luogo: Genova, Piazza San Lorenzo
Autore: Franco Albini, Franca Helg; Stefano Francesco Musso (restauro)
Cronologia: 1952 | 1956; 2009 | 2011 (restauro)
Itinerario: Caccia al tesoro
Uso: Museo
Il Museo del Tesoro di San Lorenzo è situato negli spazi sotterranei posti alle spalle dell’abside del Duomo di Genova, sotto il cortile dell’arcivescovado. La sala principale è costituita da un ambiente a pianta esagonale. Attorno ad essa si raccolgono altri quattro ambienti a pianta circolare, aventi diametri diversi: di questi, tre si dispongono ai vertici dell’esagono mentre il quarto, più piccolo, è situato di fronte all’ingresso. Il suo essere uno spazio ipogeo, unitamente alla disposizione policentrica della pianta e alla forma delle sale che richiama le antiche thòloi, evoca gli spazi sepolcrali dell’architettura micenea e le cripte delle chiese cristiane.
Franco Albini e Franca Helg collaborarono, nella stesura del programma espositivo, con l’insigne museologa e storica dell’arte Caterina Marcenaro che fu già direttrice del Museo di Palazzo Bianco, restaurato da Albini pochi anni prima. Il Museo, che espone oggetti preziosi del Tesoro della Cattedrale, è del tipo ad allestimento fisso. Ciò ha fatto sì che i due autori lo progettassero non già come uno spazio-contenitore flessibile, ma come un’architettura che trae senso e figura dalle opere stesse che presenta, con le quali forma un tutto indissolubile.
Il pavimento e le pareti sono uniformemente rivestite da blocchi di pietra di promontorio nero che conferiscono agli spazi l’aspetto di uno scrigno o di una caverna sotterranea che custodisce il suo tesoro. La copertura di ogni ambiente circolare è caratterizzata dal ritmo a raggiera delle travi in cemento armato, cui corrisponde in basso il disegno delle fughe della pavimentazione; la luce piove dall’alto, da un oculo posto al centro del thòlos.
La collezione è composta di oggetti che, raggruppati tematicamente e cronologicamente, sono collocati all’interno di teche semicircolari che seguono la forma circolare delle thòloi; le statue sono invece poste su piedistalli, prive di vetrine.
Nel 2007 la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Liguria dà il via a una campagna di studi per affrontare il problema del restauro di questa importante testimonianza del moderno italiano, in cui coesistono valori materiali e immateriali di epoche così diverse. Oltre ai normali adeguamenti normativi e impiantistici, il museo richiedeva anche il ripensamento di alcune condizioni espositive non più adeguate, oggigiorno, agli standard previsti per l’ottimale conservazione di reperti così preziosi. Il restauro è stato portato a termine nel 2009 da un gruppo guidato da Stefano Francesco Musso.