Scuola materna e asilo nido Don Milani

Luogo: Zerbo di Opera (MI), Via Emilia, 31

Autore: Guido Canella, Michele Achilli, Daniele Brigidini

Cronologia: 1972 | 1975

Itinerario: Architetture per la collettività

Uso: Asilo e scuola materna

Guido Canella può dirsi un architetto capace di trovare una difficile mediazione tra il linguaggio del costruttivismo e i linguaggi della tradizione. In questo plesso di scuola per l’infanzia situato a Zerbo di Opera, un impianto a spirale si sviluppa intorno ad un nucleo cilindrico, che imprime alla forma un movimento a vortice. Canella riprende il tema della pianta centrale, proseguendo una ricerca avviata con il municipio di Segrate e con la scuola materna del Centro servizi al villaggio Incis di Pieve Emanuele. In questo caso la rampa interna, che connette la quota d’entrata con lo spazio delle attività libere, assume in pianta una forma circolare, adattandosi al percorso pedagogico.

La struttura, studiata da Vittorio Di Stocco, è in setti di cemento armato, con coperture piane; le facciate sono in calcestruzzo a faccia vista, con vetrocemento e intonaco di colori bianco e terra di Siena, mentre gli infissi e i serramenti di metallo sono verniciati di verde. Le aule sono rivolte verso l’esterno, schermate dal piano aggettante della copertura che realizza quasi una loggia continua; ogni aula è separata dalla contigua mediante un setto verticale a sezione triangolare.

Verso l’esterno una pensilina aggettante a visiera protegge le aule; al di sopra è posta una lunga feritoia che consente una illuminazione diretta all’interno. La pensilina scherma i raggi solari e dà la possibilità di usufruire di uno spazio protetto, per le attività ordinate all’aperto, anche in caso di pioggia.

Il corridoio curvilineo serve le aule, che sono alternate a servizi e spogliatoi.

Le due scalinate simmetriche sono tamponate in vetro cemento, elemento cardine della composizione, che conferisce ai fronti un alto grado di traslucenza.

Nel nucleo centrale a doppia altezza si trova il refettorio e la zona per le attrezzature libere e ludiche. Questo spazio è perimetrato da un ballatoio e al piano superiore genera un settore conformato ad anfiteatro per le attività libere, capace di contenere 150 posti a sedere.

I manufatti di Guido Canella sorgono come volumi potenti nel territorio intorno a Milano, testimoni silenziosi dell’impegno civile e di un alto mandato disciplinare assunto dall’architetto: quello di “innescare comportamenti, favorire trasformazioni sociali”.

Testo Donatella Scatena
Foto di Marco Introini