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Tempio Mariano sul Monte Grisa

Luogo: Trieste, Salita di Contovello
Autore: Antonio Guacci; Sergio Musmeci (strutture), Marcello Mascherini, Tristano Alberti (sculture)
Cronologia: 1959 | 1966
Itinerario: Spazio sacro e memoria
Uso: Chiesa

Il Tempio Mariano è situato su un rilievo a oltre trecento metri sul livello del mare: dal ciglione carsico si può avere vista della città e del golfo di Trieste. La realizzazione del tempio ha origine su proposta di Monsignor Antonio Santin, Vescovo di Trieste e Capodistria, il quale, nel corso del Secondo conflitto mondiale, si affida alla Madonna per la salvezza della citta dai bombardamenti, promettendo in cambio la realizzazione di un santuario.

L’edificio è realizzato con l’intervento di tutte le diocesi d’Italia e, per volere di Papa Giovanni XXIII, è intitolato a Maria Madre e Regina, in considerazione della posizione della città di Trieste sul confine, allo scopo di simboleggiare la pace tra i popoli.

Il progetto viene affidato dal Vescovo all’ingegnere Antonio Guacci, pugliese di nascita, laureatosi in ingegneria edile a Padova con Giuseppe Samonà. I progetti di Guacci sono caratterizzati da un forte valore simbolico, il triangolo isoscele, modulo base per la realizzazione del santuario, è una delle forme più amate dal progettista e incarna gran parte della carica simbolica di cui l’edificio è espressione.

L’edificio è composto da due chiese: quella inferiore orientata nord-sud e quella superiore orientata est-ovest. Sovrapponendosi formano una croce greca. La chiesa superiore presenta tre blocchi con sagoma triangolare mozzata in cima; il blocco più alto è collocato al centro della composizione e i due blocchi più bassi sono disposti in posizione sfalsata rispetto all’asse trasversale definito dal primo.

Il blocco più alto ospita nel suo sviluppo longitudinale la navata della chiesa superiore, la cui struttura è costituita da una maglia reticolare a base triangolare, realizzata in calcestruzzo armato. I calcoli strutturali sono affidati all’ingegnere romano Sergio Musmeci.

Lo sviluppo verticale del blocco centrale simboleggia la trascendenza verso il cielo. Il sofisticato rapporto tra struttura interna ed esterna consente la proposizione simultanea delle due iniziali di “Ave Maria”: all’esterno il grande triangolo mozzato in cima rappresenta una A che all’interno diventa una M grazie all’inserimento di una soletta sagomata collocata in posizione centrale.

Gli accessi sono collocati sulle pareti laterali della chiesa superiore, anche le porte di accesso sono progettate su moduli triangolari. Una scala collega alla chiesa inferiore, ruotata di novanta gradi rispetto alla superiore, alla quale si accede da un ingresso assiale rispetto alla navata centrale.

La chiesa inferiore è contenuta all’interno di un blocco con pianta quadrangolare con le pareti inclinate verso l’esterno, quasi a simulare una piramide infissa nel suolo. La luce naturale proviene da lucernai posti nelle intersezioni del blocco superiore.

La maglia triangolare che definisce gli alzati, si presenta estroflessa per le pareti verticali, all’interno delle quali si alternano porzioni traforate, chiuse da vetrate, che consentono l’accesso della luce naturale, e porzioni cieche.
I setti inclinati e la copertura, totalmente ciechi, presentano la maglia strutturale esclusivamente sulla faccia interna, lasciando le superfici esterne lisce.

Foto di Marina Caneve
Testo di Luciano Antonino Scuderi