Villa Ollandini

Luogo: Genova, Via San Vito, 2
Autore: Robaldo Morozzo della Rocca
Cronologia: 1956 | 1963
Itinerario: La casa in Italia tra costruzione e sperimentazione
Uso: Residenza

L’edificio, collocato nel punto più alto della collina di San Vito in Albaro, nel quartiere residenziale di Genova, rappresenta una realizzazione insolita per l’architetto Robaldo Morozzo della Rocca, formatosi a Roma presso la Regia Scuola di Architettura ed esponente del razionalismo italiano. La singolare forma dell’edificio discende direttamente dalla vicenda dell’edificio preesistente, una villa nobiliare di proprietà dei marchesi toscani Ollandini: colpita dai bombardamenti alleati della Seconda guerra mondiale, sopravvive squarciato su di un angolo mettendo in mostre tutti i solai.

L’architetto, discutendo con la proprietaria la quale non pone alcun limite alla definizione formale dell’edificio, si rende conto che l’esperienza di questa ferita merita di essere ripresa, diventando elemento caratterizzante del progetto.

L’edificio si presenta come un solido blocco, sezionato con un piano ondulato, generando una curva concavo-convessa e mettendo in mostra i solai dei sei livelli. Il ricordo del crollo è rafforzato da un leggero arretramento del profilo di ogni solaio rispetto al piano direttamente sottostante: la superficie così generata è interamente vetrata e, sfruttando la posizione del sito, apre una vista panoramica sul mare da tutti i livelli.

Il blocco è rivestito in pietra di Finale e caratterizzato da un trattamento rustico con corsi regolari ritmati dalla presenza di listelli orizzontali.

L’edificio si presenta come un solido blocco, sezionato con un piano ondulato, generando una curva concavo-convessa e mettendo in mostra i solai dei sei livelli. Il ricordo del crollo è rafforzato da un leggero arretramento del profilo di ogni solaio rispetto al piano direttamente sottostante: la superficie così generata è interamente vetrata e, sfruttando la posizione del sito, apre una vista panoramica sul mare da tutti i livelli.

Il blocco è rivestito in pietra di Finale e caratterizzato da un trattamento rustico con corsi regolari ritmati dalla presenza di listelli orizzontali.

Il volume intonacato si impone sul resto della costruzione generando uno sfalsamento planimetrico all’interno del quale sono realizzate delle piccole logge di servizio. La transizione tra le due superfici è mediata dalla presenza delle logge che definiscono una linea di demarcazione a dentelli e dalla presenza delle vetrate che illuminano il corpo scala, allineate al di sopra della porta di ingresso.

Particolare attenzione è dedicata ai dettagli, a partire dalla definizione dei trattamenti superficiali delle singole parti, fino alle ringhiere, che denunciano la formazione razionalista dell’architetto.

La riedificazione della residenza rappresenta un soddisfacente compromesso tra i vincoli urbanistici ed edilizi imposti e le esigenze della committenza: sfruttando al massimo la posizione panoramica costituisce un esempio di inserimento nel contesto paesaggistico e edilizio.

Foto di Simone Mizzotti
Testo di Luciano Antonino Scuderi

Villa Ollandini

Mappa che mostra la posizione geografica dell'opera. Se la mappa non è visibile, consultare la descrizione testuale o attivare JavaScript.