Luogo: Torino, Via Montebello, 20
Autore: Gianfranco Gritella e Associati, François Confino
Cronologia: 1999 | 2000
Itinerario: Nuove architetture per la nuova società
Uso: Museo
La Mole Antonelliana di Torino, dal 2000 è sede permanente del Museo nazionale del Cinema.
L’ubicazione del museo nell’edificio monumentale, di notevole valore storico-artistico, avvenne in seguito alla decisione dell’Amministrazione pubblica di valorizzare la Mole Antonelliana attraverso un grande progetto di restauro architettonico e allestimento museale affidato allo studio Gianfranco Gritella e Associati insieme all’architetto François Confino. La Mole Antonelliana, originariamente concepita come sinagoga, fu realizzata, tra il 1862 e il 1889, su disegno di Alessandro Antonelli. Diventò il più noto simbolo della città e, con i suoi 167 metri di altezza, è stata la più alta torre Europea prima della costruzione della torre Eiffel.
L’esecuzione della Mole Antonelliana non fu semplice. Si susseguirono diversi problemi; inizialmente, i lavori subirono una brusca frenata a causa della mancanza di fondi, in seguito alcune lesioni strutturali, portarono a considerare pericoloso le condizioni di stabilità dell’edificio. Per questo, tra il 1928 e il 1960, furono necessarie operazioni di rinforzo. All’interno dell’edificio è ancora visibile, il progetto realizzato dall’ingegnere Pozzo; la creazione di strutture di rinforzo costituite da un telaio strutturale in calcestruzzo armato, composto da pilastri isolati e indipendenti dall’opera Antonelliana. Seguì il consolidamento delle fondamenta e nel 1959, in seguito ad un uragano che abbatté 47 m di cuspide, si provvedete a creare un tamburo in cemento armato collegato alla cuspide costituita da un nuovo scheletro strutturale in acciaio.
Per le celebrazioni del centenario dell’Unità d’Italia, fu inserito all’interno della grande aula un ascensore panoramico dai lati trasparenti, con dispositivo di sollevamento a funi a vista, con il quale si può tutt’ora giunge alla terrazza panoramica, posta ad 85 metri di altezza.
Il recupero filologico della Mole Antonelliana è stato l’obiettivo prioritario delle scelte architettoniche,
connesse alla riqualificazione e alla destinazione d’uso di Museo nazionale del Cinema, da parte dello studio Gianfranco Gritella e Associati. Questa destinazione d’uso ha condizionato le scelte progettuali volte ad aumentare la superficie museale. I lavori furono realizzati tra il 1996 al 1999 e vennero impiegate circa 130 maestranze. Il progetto di restauro tenne conto di quattro aspetti: 1. Il restauro architettonico e strutturale; 2. adeguamento dell’edificio alle leggi in materia di sicurezza antincendio, 3. la realizzazione e adeguamento di opere impiantistiche e tecnologiche e la realizzazione di nuove infrastrutture, tra le quali ricordiamo la costruzione dell’imponente rampa elicoidale sospesa che avvolge, come una pellicola cinematografica, le superfici, dell grande salone centrale, ossia, dell’antica Aula del Tempio; 4. il restauro delle decorazioni ottocentesche interne e dell’impianto architettonico e decorativo che caratterizza la cupola e i prospetti esterni.
Il Museo nazionale del Cinema conserva la ricca collezione della storica del cinema del 900’, Maria Adriana Prolo. Il suggestivo allestimento museale è stato ideato dall’archietto svizzero François Confino.
Sfruttando le particolarità dello spazio, Confino ha organizzato il percorso di visita, tra le diverse aree tematiche, seguendo un andamento originale che si eleva verso l’alto, lungo sei livelli di altezza.
Dettaglio del telaio strutturale in calcestruzzo armato, composto da pilastri isolati e indipendenti dall’opera Antonelliana realizzato a partire dal 1931, dagli Ingegneri Pozzo, Gilberti e Albenga.