Luogo: Pozzuoli (NA), Rione Terra
Autore: Marco Dezzi Bardeschi, GNOSIS Architettura (Felice Buonfantino, Antonio De Martino, Rossella Traversari), Alessandro Castagnaro, Renato De Fusco, Marzia Dezzi Bardeschi, Laura Gioeni; Giampiero Martuscelli (strutture); Domenico Trisciuoglio, Fulvio Capuano (impianti); Alessandro Angeloni, Mario Bencivenni, Giovanni Coppola, Sabino Giovannoni, Giorgio Picconato, Ferdinando Zaccheo, Ugo Grazioso, Furio Sacchi (consulenti).
Cronologia: 2003 | 2009
Uso: edificio per il culto
Il Tempio-Duomo di Pozzuoli è il frutto di stratificazioni architettoniche millenarie e nella configurazione attuale è articolato tra il tempio di epoca augustea e la chiesa tardo-barocca. È la cattedrale di Pozzuoli, la basilica di san Procolo martire, simbolo della città, situata alla sommità del rione terra.
Le prime tracce visibili della costruzione risalgono all’epoca repubblicana, al 194 a.C., quando fu ristrutturato il Capitolium di epoca ancora più antica, per essere poi completamente riedificato in epoca augustea. Tra il V e il VI secolo fu riconvertito in chiesa e successivamente molto danneggiato a causa di importanti smottamenti e sprofondamenti del terreno. Nella prima metà del Seicento la chiesa fu completamente ricostruita, annettendo al tempio romano un nuovo coro, un campanile (poi demolito) e una cappella sormontata da una cupola, decorata con marmi e affreschi. La struttura fu più volte rimaneggiata nell’Ottocento con annessioni e aperture.
Nel corso del Novecento ha subito ingenti danni, dapprima per un devastante incendio che ha interessato la copertura lignea nel 1964 e in un secondo momento a causa di una serie di importanti episodi sismici che hanno portato alla completa evacuazione della chiesa e di tutto il rione terra, condannato all’abbandono e al degrado per moltissimi anni. Nel corso degli anni, a tratti, si è cercato di intervenire con parziali opere di restauro e consolidamento.
Nel 2003 la Regione Campania ha bandito un concorso internazionale di idee in due fasi, vinto dal gruppo di Marco Dezzi Bardeschi, scelto tra oltre 80 concorrenti, con il progetto “Elogio del Palinsesto”. Il nuovo intervento valorizza e mette a sistema tutte le testimonianze del passato, confermando la destinazione di Cattedrale e conferendo unitarietà alle due parti: la tardo-barocca e la imperiale.
Il tempio di epoca imperiale era pseudo-periptero esastilo, con nove colonne corinzie sul lato lungo, parzialmente inglobate nella cella quadrangolare in marmo a secco. Il pronao viene tamponato con una parete vetrata, che piega anche sul lato corto, dove con una serigrafia si allude alle antiche colonne non più presenti.
La cella del tempio e il pronao divengono la navata della chiesa, dove il controsoffitto esalta l’antica partizione delle colonne e il pavimento rialzato in legno, su cui si posano le sedute della chiesa, media il dislivello tra la quota del pronao e quella del presbiterio tardo barocco e allo stesso tempo lascia intravedere la stratificazione alla quota sottostante, dove si trova un percorso archeologico che rende visibili i resti di epoca repubblicana.
Nel presbiterio e nel coro di epoca tardo-barocca si è provveduto ad effettuare un restauro conservativo filologico, riportando alla luce gli affreschi sopravvissuti all’incendio e confermando la posizione degli spazi liturgici tardo-barocchi del presbiterio, della cappella del Santissimo, del capitolo e della sacrestia.
La soluzione tecnologica che ha consentito di fondere le epoche antica, moderna e contemporanea nell’intera composizione è affidata alla trasparenza del vetro, che riesce a fare da connettivo tra periodi e linguaggi diversi, accostandosi discretamente alla preesistenza.
La cattedrale è stata finalmente riaperta e riconsegnata alla sua citta nel 2014. Da allora è luogo di culto e testimonianza archeologica di Pozzuoli e in particolare del rione terra.