Luogo: Gibellina Nuova (TP), compreso tra via Monte Finestrelle e via Ruggero Settimo
Autore: Franco Purini, Laura Thermes
Cronologia: 1987 | 1990
Itinerari: Architetture per la collettività
Uso: spazio pubblico urbano
Le proposte di ricostruzione della città di Gibellina Nuova, dopo il terremoto del Belice del 1968, si basavano sull’idea di conferire una nuova identità ai luoghi attraverso la realizzazione di interventi fortemente riconoscibili. L’architettura progettata da Franco Purini e Laura Thermes si configura come una grande struttura urbana distesa sul terreno: un “sistema di piazze” messe in sequenza prospettica, enfatizzate dalla ripetizione di elementi-cardine, di volta in volta differenti.
Le piazze prendono nomi evocativi della storia di questa parte d’Italia: Piazza Rivolta del 26 Giugno 1937, Piazza Fasci dei Lavoratori, Piazza Monti di Gibellina, Piazza Autonomia Siciliana, Piazza Portella della Ginestra. Solo le prime tre piazze sono state realizzate in un arco di tempo compreso tra il 1987 e il 1990. Il portico-mercato, di matrice classica, si estende in profondità lungo due delle tre piazze concatenate, con la sola esclusione della piazza settentrionale, perimetrata su un solo lato da un portico più basso; il passo della campata del portico corrisponde al sistema modulare della pavimentazione, realizzata in granito bicolore per evidenziare la scrittura geometrica di questo luogo dai colori mediterranei.
Il disegno planimetrico definisce spazi aperti di forma rettangolare denotati da un’aura metafisica. Al colore è affidato il registro espressivo dell’opera, attraverso i diversi materiali utilizzati: il tufo di Mazara (pietra gialla reperibile in loco), la pietra lavica (nera), il travertino d’Alcamo (pietra bianca) e la pietra rossa. Il sistema ordinato degli spazi è stato pensato dai progettisti come sfondo regolare, capace di mettere in evidenza il “caos creativo” delle opere degli artisti che le piazze avrebbero dovuto accogliere.
I lunghi portici, secondo una dichiarazione di Laura Thermes, oltre a rendere permeabile il fronte verso le case retrostanti, rendono il luogo uno spazio teatrale. I portici presentano un doppio ordine, affinché sia possibile passeggiare anche a una quota sopraelevata; di qui ci si affaccia sullo spazio delle piazze attraverso un matroneo con finestre rettangolari, decorato da ceramiche colorate.
La geometria apparentemente semplice della sequenza è in realtà resa complessa nei punti terminali, dove la regola impatta contro le direttrici dei sistemi stradali. Qui, grazie anche al ruolo svolto dal contrasto tra luce e ombra, si vengono a determinare composizioni volumetriche di grande espressività.