Auditorium Parco della Musica

Luogo: Roma, Via Pietro da Courbertin, 30

Autore: Renzo Piano; Franco Zagari (giardini)

Cronologia: 1994 | 2002

Itinerari: Architetture per la collettività

Uso: Edifici per lo spettacolo

Esito di un concorso di progettazione bandito dal Comune di Roma nel 1994 e vinto da Renzo Piano, l’Auditorium “Parco della Musica” è un edificio composto da tre sale per concerti incastonate in una piastra basamentale, che occupa l’area compresa tra viale de Coubertin e viale Maresciallo Pilsudski, nei pressi del Villaggio Olimpico; la piastra è coperta da un tetto giardino disegnato da Franco Zagari, che dialoga con l’adiacente massa verde della collina di Villa Glori.

La piastra basamentale è definita, lungo viale de Coubertin, da un edificio lineare di due piani cui è affiancato un lungo portico in mattoni rossi, un vero e proprio fronte urbano rivolto verso il viadotto di Corso Francia; questo fabbricato ospita gli uffici e le sale di registrazione al livello superiore, mentre alla quota urbana, sotto il portico, si trovano una libreria, un ristorante e uno spazio espositivo.

Superato il portico, si accede alla cavea all’aperto. Attorno a questo spazio vuoto sono disposte simmetricamente le tre sale, ciascuna con una capienza differente.

La cavea esterna, che nei mesi invernali funziona da piazza interna all’Auditorium, nella stagione estiva è un ulteriore spazio capace di ospitare spettacoli e concerti a cielo aperto. Essa ha una capienza di 3.000 posti a sedere.

Durante il cantiere furono ritrovati nell’area i resti di una villa romana che comportarono modificazioni al progetto di concorso: fu mutato l’orientamento della cavea e delle sale ed il percorso di collegamento tra queste ultime, in origine ipogeo, fu sostituito da un corpo anulare in quota, che si apre sia sulla cavea che sull’area degli scavi archeologici.

Un ampio foyer costeggia la cavea esterna e dà accesso alle diverse sale. È uno spazio trasparente e luminoso che mette in relazione la cavea con l’area degli scavi archeologici.

Gli spazi distributivi che danno accesso alle sale sono racchiusi da possenti muri di mattoni.

Le sale sono progettate come grandi casse armoniche, foderate all’interno con legno di ciliegio e all’esterno con lastre di piombo montate su pannelli di fibrocemento, sorrette da un impalcato di travi lamellari in compensato marino. La sala Petrassi è la più piccola ed ha una capienza di 500 posti a sedere.

La sala Sinopoli, con i suoi 1.200 posti a sedere, è principalmente dedicata alla musica da camera e al balletto.

Infine la spettacolare sala Santa Cecilia, la più grande, ha una capacità di ben 2.700 posti a sedere ed è progettata per le grandi orchestre di musica sinfonica.

Foto di Alessandro Lanzetta