Luogo: Verona, via Arnoldo Mondadori (già via Giovanni Verardo Zeviani)
Autore: Armin Meili; Mario Mazzarotti (strutture)
Cronologia: 1956 | 1959
Itinerario: Un paese industrioso
Uso: Officine grafiche
Nel secondo dopoguerra, quando l’Italia è investita dal sorprendente boom economico, si rende necessario spostare la sede della casa editrice Mondadori (allora guidata dal suo fondatore Arnaldo) dalla storica sede di Largo San Nazaro in un’area di oltre 100.000 mq. posta lungo via Zeviani. Il volume compatto e continuo della nuova sede occupa un ampio lotto rettangolare, svuotato solo in corrispondenza di alcuni patii interni. L’unica concessione al lusso e alla rappresentatività è data dalla testata d’entrata, dove l’architetto svizzero Armin Meili colloca un’elegantissima scala elicoidale che collega la quota urbana direttamente al livello degli uffici.
La spettacolare scalinata è articolata in 50 gradini, a simboleggiare i cinquant’anni dalla fondazione, ricorrenza che la Mondadori festeggiò nel 1957, durante la costruzione del nuovo impianto produttivo. Essa è sospesa a una copertura piana in cemento armato, a sua volta sorretta da quattro slanciati pilastri a fungo, anch’essi in cemento armato. La struttura tuttavia fu presto chiusa al pubblico, a causa del parapetto fuori norma e di significative oscillazioni. Tuttora si attende un progetto che consenta a un manufatto di così alto valore architettonico di essere messo a norma senza snaturarne la bellezza.
Un unico corpo più alto chiude l’angolo sud-orientale del lotto; i lunghi prospetti degli uffici presentano impaginati calibrati e regolari.
L’interno degli ambienti di lavoro è privo di particolari aggettivazioni. Lo spazio è ritmato dalla calma sequenza delle volte a botte ribassate. La luce penetra senza interruzioni attraverso finestre in lunghezza, rese possibili grazie all’arretramento della struttura dal piano di facciata.