Centrale Comunale del latte

Luogo: Torino, Via Filadelfia, 220

Autore: Luigi Buffa

Cronologia: 1949 | 1952

Itinerario: Un paese industrioso

Uso: Impianto di produzione

Lo stabilimento torinese “Centrale del Latte” di Luigi Buffa è uno dei pochi esempi di architettura produttiva dell’immediato dopoguerra a non avere subito, in epoca recente, un destino di riconversione post-industriale. L’impianto è infatti tuttora in pieno utilizzo, risultando idoneo allo svolgimento del ciclo produttivo per cui fu progettato in origine. Si tratta di un’architettura disegnata nell’anno 1949, rimarchevole tanto per l’innovatività della concezione strutturale quanto per la chiarezza dell’impianto planimetrico. Al punto che stupisce il fatto che la pubblicistica italiana dell’epoca non si occupò approfonditamente di quest’opera, che attirò invece l’attenzione delle riviste d’oltralpe, guadagnandosi nel 1956 un articolo ad essa interamente dedicato, pubblicato nel n.69 de «L’architecture d’aujourd’hui».

Lo stabilimento occupa in profondità un intero lotto compreso tra via Filadelfia e via Baltimora, estendendosi su un’area di oltre 20.000 mq. Lo schema planimetrico è a doppia corte: la prima apre su via Filadelfia; la seconda è una corte chiusa da un lungo muro che recinge l’impianto verso via Baltimora. In mezzo, parzialmente innestato in entrambe le corti, è situato l’ardito padiglione centrale, dove si svolgono le principali lavorazioni.

Il padiglione delle lavorazioni è una grande aula in cemento armato la cui copertura, cosparsa di oblò che lasciano piovere la luce dall’alto, è sorretta da archi parabolici anch’essi in cemento armato. All’interno dell’aula i differenti macchinari per la produzione sono disposti in uno spazio libero, scandito solo dalla sequenza ritmata dei piedi degli archi. All’esterno due pensiline basse a pianta triangolare, sorrette da travi estradossate, affiancano l’edificio centrale lungo il suo prospetto rivolto verso via Filadelfia.

Sopra l’architrave che inquadra l’entrata del complesso da via Filadelfia, svettano gli imponenti archi. La centrale è aperta ai visitatori per visite guidate: durante le visite, oltre ad approfondire la conoscenza del ciclo di produzione del latte, si può anche osservare da vicino questa singolare architettura industriale.

Da via Baltimora la Centrale è accessibile solo agli addetti ai lavori e ai mezzi di servizio. Qui il profilo degli archi parabolici si intravede in lontananza alle spalle di un lungo muro perimetrale che chiude l’intero lotto. Questa vista però sarà presto modificata dal momento che l’azienda – a riprova dell’efficienza dello stabilimento progettato da Buffa – pur avendo necessità di nuovi spazi ha deciso di non dismettere la sua sede storica, implementando la struttura esistente.

Il progetto di ristrutturazione, che pure ha il merito di conservare per questa struttura l’uso originario, prevede la realizzazione di nuove linee di confezionamento e di un nuovo magazzino di stoccaggio, posto lungo il lato nord del lotto; questo nuovo corpo di fabbrica, che sarà addossato a uno dei prospetti del padiglione delle lavorazioni, modificherà la prospettiva da via Baltimora.

Testo di Manuela Raitano
Foto di Altrospazio