Colonia Olivetti

Luogo: Brusson (AO)

Autore: Claudio Conte, Leonardo Fiori

Cronologia: 1955 | 1963

Itinerari: L’Italia va in vacanza

UsoColonia montana


In questo progetto, firmato a quattro mani da Claudio Conte e Leonardo Fiori, il tema del radicamento dell’opera al paesaggio si sposa con la valenza sociale e pedagogica dell’architettura. La Colonia venne commissionata da Adriano Olivetti per il soggiorno estivo dei figli dei dipendenti della propria azienda, secondo modalità analoghe alle coeve colonie toscane di Marina di Massa e Donoratico. Da un nucleo centrale di servizi comuni si diramano le due ali dell’impianto, costituite dalla ripetizione di unità autonome ma interconnesse, che adeguano la propria collocazione all’orografia del pendio naturale su cui il complesso è impostato.

Elemento terminale della spina principale del complesso, la palestra si apre con una grande vetrata sul panorama circostante.

Il raffinato disegno della facciata è caratterizzato dalla ripetizione modulare di elementi verticali in legno che assolvono al duplice compito di restituire una misura umana alla grande dimensione del complesso e di regolare il soleggiamento naturale.

All’interno, le figure prevalenti della composizione sono rappresentate dalla forte presenza degli infissi in legno che si uniscono tra loro a formare un disegno articolato, nel contrasto con il bianco delle opaco delle murature. Monumentali pilastri in cemento armato a pianta esadecagonale sostengono travi alte e sottili, innestate su una sorta di capitello sfogliato.

Nell’uso del legno locale e nella citazione di alcuni stilemi tipici delle architetture montane, nella composizione articolata in continue fratture che rimandano al paesaggio roccioso circostante, il progetto testimonia la volontà di mettere in atto un radicamento con il luogo condotto attraverso il filtro di una originale ricerca sul linguaggio moderno dell’architettura.

Testo Fabio Balducci
Foto di Roberto Dini e Emanuele Piccardo