Fabbrica di ceramiche Solimene

Luogo: Vietri sul Mare (SA), Via Madonna degli Angeli, 7

Autore: Paolo Soleri; Alberto Brini (strutture)

Cronologia: 1952 | 1954

Itinerario: Un paese industrioso

Uso: Fabbrica

La fabbrica di ceramiche Solimene a Vietri sul Mare è l’unica opera realizzata da Paolo Soleri sul territorio italiano ed è un importante esempio di architettura produttiva del Mezzogiorno, legata allo sviluppo dell’artigianato locale. Il progetto, redatto quando l’architetto aveva solo 33 anni, deve molto al felice rapporto tra Soleri e l’imprenditore e ceramista Vincenzo Solimene, due figure entrambe caratterizzate da grande innovatività.

L’edificio si sviluppa in un lotto molto stretto, compresso tra la parete rocciosa e la strada. Per questa ragione, per guadagnare superficie, Soleri inclina all’esterno i tronchi di cono che delimitano la facciata, intervallandoli con ampie specchiature vetrate.

Il basamento dell’edificio, il marciapiede e i volumi troncoconici sono tutti decorati con frammenti delle ceramiche prodotte in situ. Oltre 16.000 vasi di ceramica rossa e verde, incapsulati nel paramento esterno, disegnano le superfici di questa complessa massa plastica.

L’edificio è audace nella concezione spaziale ed è paragonabile alla ricerca d’oltreoceano di Frank Lloyd Wright. Il grande spazio interno è inondato dalla luce che piove dall’alto ed è caratterizzato da pilastri in cemento armato alti 16 metri, larghi alla base 1,20 metri, che si assottigliano in alto biforcandosi.

Il programma funzionale è articolato su quattro livelli. I piani superiori sono dedicati alle lavorazioni, agli imballaggi e agli uffici, mentre il piano terra è dedicato alla vendita diretta del prodotto e allo smistamento.

I differenti livelli sono serviti da una rampa a sviluppo continuo. L’inclinata della rampa si intreccia dinamicamente con le linee orizzontali dei ballatoi e con le linee verticali dei pilastri ad albero.

Un’ampia terrazza conclude l’edificio. Il tetto lascia piovere la luce attraverso lucernari quadrati in vetrocemento. L’architettura costituisce un nuovo paesaggio, integrandosi al luogo senza accenti mimetici.

Testo di Manuela Raitano
Foto di Alessandro Lanzetta