Giardino degli incontri

Luogo: Sollicciano (Firenze), via G. Minervini, 2r

Autore: Giovanni Michelucci e collaboratori

Cronologia: 1990 | 2007

Itinerari: Architetture per la collettività

Uso: spazio aggregativo

Il carcere di Sollicciano viene costruito negli anni ottanta dello scorso secolo a seguito della riforma carceraria, con l’intenzione di non essere un luogo punitivo, ma una struttura per il recupero dei detenuti, per lo più prigionieri politici, la maggior parte dei quali avrebbe dovuto risiedere nell’edificio solo di notte. Il Giardino degli incontri, progettato all’interno del carcere da Giovanni Michelucci su sollecitazione dei detenuti stessi ed ultima opera dell’architetto pistoiese, è pensato come un piccolo spazio urbano, anche se circoscritto da mura.

Michelucci disegna questo luogo di incontro, ancorché delimitato, come uno spazio appartenente alla città, dove sia possibile anche svolgere attività quali un mercatino, una mostra, un convegno. La passerella aerea protende nel giardino vero e proprio, caratterizzato da panchine colorate ed un anfiteatro nel quale i detenuti possono assistere a spettacoli o a conferenze di attori e personalità in visita dall’esterno.

La struttura a padiglione ha un tetto a tenda che copre uno spazio fluido, dal carattere poco convenzionale determinato dall’uso del colore anche a fini terapeutici e dalla vitalità delle forme organiche dei sostegni. La luce riflette sui soffitti e piove in basso assumendo tonalità calde.

La grande sala con i pilastri ad albero e tutta la struttura del giardino possono apparire quasi una provocazione. Riportando l’idea di città all’interno del carcere, Michelucci ha cercato di offrire ai detenuti la possibilità di vivere momenti sereni con i parenti e con i propri figli, destinatari ultimi, per l’autore, dello spazio da lui disegnato.

La sala padiglione è caratterizzata dai pilastri ramificati e da sedute in calcestruzzo ricoperte di piastrelle colorate, alla maniera del Parc Güell a Barcellona. Contiene inoltre un angolo dei servizi, attrezzato con bagni e un piccolo bar. 

Testo Donatella Scatena
Foto di Emanuele Piccardo