Stabilimento balneare

Luogo: Lignano Sabbiadoro (UD), Lungomare Trieste, 19

Autore: Gianni Avon

Cronologia: 1955 | 1956

Itinerario: Nuove architetture per la nuova società

Uso: struttura ricettiva

Negli anni ’50 e ’70, Lignano Sabbiadoro ha visto una significativa trasformazione architettonica e urbanistica, diventando un laboratorio di sperimentazione per l’architettura balneare italiana, simbolo del “miracolo italiano” postbellico.

L’architetto Gianni Avon ha avuto un ruolo cruciale nello sviluppo di Lignano Sabbiadoro. Tra il 1954 e il 1972, Avon ha contribuito in modo determinante alla definizione dell’immagine turistica della città, progettando numerosi edifici e strutture balneari.

In particolare il progetto del padiglione spiaggia è un prototipo da replicare in quindici esemplari, di cui solo tre realizzati, che punteggiano e animano a tutt’oggi il lungomare della cittadina balneare. Realizzato tra il 1955 e il 1956, rappresenta un esempio significativo di architettura balneare degli anni ’50 e ’60.

Il padiglione spiaggia è caratterizzato da una struttura circolare a forma di fungo, con due ali laterali di cabine orientate verso il mare, disposte con un angolo di 120 gradi rispetto al corpo centrale

Questa configurazione permette una distribuzione funzionale degli spazi, garantendo al contempo una vista panoramica e un facile accesso alla spiaggia.

Le cabine sono disposte in modo da garantire privacy e accessibilità, mentre gli spazi comuni sono ampi e ben ventilati. La disposizione delle cabine e delle aree comuni è studiata per favorire la circolazione dell’aria e la luce naturale.

La struttura portante è in cemento armato a vista, oggi intonacato, mentre le pareti sono realizzate in laterizio pieno e vuoto, la cui ricca texture definisce un fronte vibrante sotto i raggi del sole.

Le coperture del padiglione sono particolarmente distintive: rialzate, sagomate e aggettanti, sono realizzate con elementi prefabbricati e garantiscono zone di ombra per i bagnanti.

Foto di Luca Girardini – Marco Zorzanello
Testo di Marina Lo Re