Stabilimento Blue Moon

Luogo: Venezia, Lido di Venezia, Lungomare Guglielmo Marconi

Autore: Giancarlo De Carlo

Cronologia: 1995 | 2002

Itinerari: L’Italia va in vacanza

Uso: Stabilimento balneare

L’incrocio tra il gran viale Santa Maria Elisabetta e il Lungomare Guglielmo Marconi è un luogo strategico per gli abitanti del Lido: occupato dallo Stabilimento Bagni fino alla fine della seconda guerra mondiale, quando venne distrutto dai tedeschi; successivamente da uno stabilimento chiamato “Blue Moon”, demolito alla fine degli anni Ottanta perché fortemente degradato; dal 2002 da un nuovo stabilimento “Blue Moon”, progettato da Giancarlo del Carlo. Esso è composto da due edifici, il Padiglione e il corpo di fabbrica dei servizi, e da una passerella sopraelevata. Il primo edificio che si incontra provenendo dal viale Santa Maria Elisabetta è il Padiglione, circondato da un giardino che crea una zona di filtro tra la strada e la spiaggia.

Il padiglione ha una pianta circolare di circa 25 metri che si sviluppa su due livelli: quello inferiore è una piazza coperta; quello superiore è una piazza a cielo aperto delimitata da una cupola realizzata con una sottile struttura reticolare in acciaio. Al centro una scala ad elica avvolge una antenna che, raggiungendo l’altezza di 33,80 metri, crea un segnale visibile da ogni parte del Lido.

Tra il padiglione e l’arenile è collocato il corpo di fabbrica che ospita il caffè, il ristorante e alcuni negozi. Il caffè, posto a ovest, è coperto da quattro cupole semisferiche; il ristorante, che occupa la parte orientale del manufatto, è illuminato da un lucernario a tronco di piramide. Un’ampia vetrata protetta da un portico definisce il fronte verso il mare. 

Un lungo pontile in metallo sospeso alla stessa altezza del secondo livello del Padiglione, attraversa l’arenile e si protende verso il mare.

Gradonate in calcestruzzo e in pietra d’Istria circondano l’edificio e raccordano le diverse quote dei percorsi con la quota dell’arenile del Lido.

Testo Gianpaola Spirito
Foto di Marco Introini