Terme Regina Isabella

Luogo: Lacco Ameno, isola d’Ischia (Na), Piazza Santa Restituta, 1

Autore: Ignazio Gardella; Elena Balsari Berrone (collaboratore)

Cronologia: 1950 | 1954

Itinerari: L’Italia va in vacanza

Uso: Impianto termale

Nel 1950 Gardella fu incaricato di redigere vari progetti di ristrutturazione del complesso termale Regina Isabella a Lacco Ameno, costruito in forme neoclassiche dall’ingegnere Nicola Cianelli alla fine dell’Ottocento. L’edificio realizzato – che è solo una piccola parte di quanto Gardella progetta fino al 1954 –  è affacciato su via Montevico e situato al centro di un isolato delimitato a nord ovest dalla montagna di Lacco Ameno e a nord est dal mare.

Il collegamento tra l’edificio termale e l’albergo fu realizzato attraverso un ponticello aereo, che trasformò la strada pubblica in un percorso interno al complesso turistico.

Il colonnato ionico, elemento di caratterizzazione e di riconoscimento della struttura, fu tramutato in un diaframma bidimensionale astratto, una scheletrica “memoria vivente del passato” che accentuava il distacco tra l’elemento antico, bianco, e quello nuovo, di una delicata tonalità rosata amata da Gardella. La vecchia facciata, così, venne giustapposta al nuovo corpo e ad esso collegato tramite una copertura piana posta sopra l’arco d’ingresso, e da tiranti di cemento armato ai lati.

L’ingresso allo stabilimento termale è asimmetrico rispetto al nuovo volume, ma è posto in asse con l’arco a colonne binate del portico. Il corpo retrostante, arretrato, è caratterizzato da finestre allungate fornite di persiane scorrevoli e ritmate dagli intercolumni. Esili feritoie a “T”, poste all’altezza del fregio nella parte libera dal colonnato, illuminano i vani del mezzanino e contrappongono astratti segni architettonici al linguaggio aulico della preesistenza. Lo zoccolo in ceramica verde smeraldo inserisce nella composizione un timido elemento vernacolare, come un quieto commento alla diversa austerità dei due volumi.

L’interno, pesantemente alterato, possiede ancora alcuni elementi originari, come l’atrio a doppia altezza con ballatoi, una grossa apertura d’entrata cielo-terra e un pavimento con maioliche fiorite della tradizione napoletana. In quest’ambiente orbitano le sale di aspetto dei due livelli e alcune salette del piano superiore, che si affacciano nei ballatoi con un pavimento in ceramica verde smeraldo, identica a quella dello zoccolo esterno.

Altri elementi superstiti del progetto di Gardella sono i corridoi a falde del piano terra affacciati nelle sale di aspetto, che in origine possedevano una fessura di luce naturale al colmo, alcuni arredi dei camerini di cura e una delle due scale.

Testo e Foto di Alessandro Lanzetta