Museo dell’Automobile

Luogo: Torino, Corso Unità d’Italia, 40

AutoreAmedeo Albertini (realizzazione); Cino Zucchi (restauro e ampliamento)

Cronologia: 1957 (realizzazione) | 2011 (restauro e ampliamento)

Itinerario: Caccia al tesoro

Uso: museo

Torino ha legato indissolubilmente la propria storia recente alla produzione di automobili. Nel 1961, in occasione del centenario dell’Unità d’Italia, l’organizzazione della Esposizione Universale del Lavoro condusse alla realizzazione di un moderno quartiere nell’area sud-est della città, il cui disegno d’insieme legava attraverso una monorotaia un sistema di padiglioni, tra i quali spiccavano il Palazzo a Vela di Franco Levi e il Palazzo del Lavoro di Pierluigi e Antonio Nervi con Gio Ponti. In questo contesto nasceva il Museo dell’Automobile “Carlo Biscaretti di Ruffia” su progetto di Amedeo Albertini, con la sua lunga ed iconica facciata convessa, sospesa da terra per mezzo di una imponente trave metallica impostata su quattro grandi piloni in cemento armato. Dopo anni di abbandono, nel 2009 la Città di Torino avvia i lavori di recupero ed ampliamento del Museo, affidando – a seguito di un concorso indetto nel 2004 – l’incarico ad un team di progettisti coordinato da Cino Zucchi.

Il progetto di Zucchi riscrive l’interfaccia tra edificio e città, attraverso una raffinata interpretazione della modernità in relazione al luogo, che si manifesta in un involucro metallico continuo e fluido che avvolge i duri volumi prismatici del fabbricato originario, riscrivendo l’uso del piano terra e inglobando la nuova ala di espansione prevista dal bando. L’intervento ha quasi raddoppiato lo spazio espositivo originario, portandolo da 11.000 a 19.000 metri quadri.

I grandi pilastri ad albero di forma piramidale, che sostengono le passerelle coperte di connessione tra il corpo d’ingresso e i padiglioni retrostanti, sono stati mantenuti e valorizzati nel loro forte impatto plastico e tettonico. Tra di essi è stata ricavata la nuova hall del Museo, che occupa la corte originaria, ospitando uno spazio destinato ad eventi e rappresentazioni.



Nella nuova hall, il rivestimento di acciaio traforato appeso alle travi della copertura garantisce un rapporto di continuità spaziale e percettiva, trasformando l’interno in uno spazio ibridato con il suo esterno urbano e restituendolo così, idealmente, alla città.

La pelle dell’edificio, realizzata con una membrana metallica forata, ospita al suo interno dei grandi schermi a led che la trasformano in un organismo parlante.

La storica scala principale del progetto di Albertini viene mantenuta inalterata, ma ad essa vengono affiancate due scale mobili che hanno consentito ai progettisti di istituire l’inizio del percorso di visita dal secondo piano del Museo.

Testo Fabio Balducci
Foto di Emanuele Piccardo